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Traduttori del passato: Beppe Fenoglio, tra lotta partigiana e traduzioni dall’inglese

Nel 2022 è ricorso il centenario della nascita di Giuseppe – Beppe – Fenoglio (Alba, 1922 – Torino, 1963), scrittore partigiano e traduttore. Nelle sue opere fa da sfondo la rievocazione dell’ambiente natio – le colline delle Langhe in Piemonte – e delle sue esperienze personali nel movimento della Resistenza italiana.

Il suo interesse per la letteratura inglese cominciò a manifestarsi negli anni del liceo, quando prese a esercitarsi nelle prime traduzioni dall’inglese. Il filosofo Pietro Chiodi, che fu suo insegnante e confidente, dirà più tardi a proposito della sua passione per la cultura d’oltre Manica.

Fenoglio, fin dagli anni del ginnasio ad Alba, si era immerso, come un pesce si immerge nell’acqua, nel mondo della letteratura inglese, nella vita, nel costume, nella lingua, particolarmente dell’Inghilterra elisabettiana e rivoluzionaria: viveva in questo mondo, fantasticamente ma fermamente rivissuto, per cercarvi la propria “formazione, in una lontananza metafisica dallo squallido fascismo provinciale che lo circondava.(…)

(P. Chiodi – Fenoglio, scrittore civile, 1965)

Dopo il liceo si iscrisse alla Facoltà di Lettere di Torino che abbandonò perché fu chiamato alle armi. Nel 1943 frequentò un corso per allievi ufficiali, nel 1944 si unì alle prime unità partigiane e grazie alla sua conoscenza dell’inglese fece da interprete tra le forze armate anglo-americane e i partigiani. Combattè tutta la guerra partigiana fino alla Liberazione e queste esperienze ispireranno una raccolta di racconti e i suoi primi romanzi pubblicati da Einaudi, primo fra tutti Il partigiano Johnny, da cui è stato tratto il film diretto da Guido Chiesa.

Alla fine della guerra fu assunto come corrispondente estero in un’azienda vinicola di Alba, un lavoro grazie al quale potrà fondere il suo amore per l’inglese con quello per la sua terra natia e che, non impegnandolo a tempo pieno, gli permetterà di dedicarsi all’attività letteraria e traduttiva.

A partire dagli anni Cinquanta iniziò a occuparsi intensamente di traduzione e si candidò come traduttore per Einaudi. In una lettera a Italo Calvino (8 settembre 1951) confiderà di essere affascinato dal mondo letterario inglese, di tradurre di tutto preferendo il teatro e la poesia. La poesia secentesca, l’Ottocento romantico e vittoriano, il Novecento: questo è l’arco temporale in cui si estese il suo interesse per la letteratura inglese e americana. 

Fenoglio tradusse quattro componimenti di John Donne, considerato il massimo esponente della poesia metafisica inglese del Seicento, alcuni brani di C. Marlowe, drammaturgo dell’età elisabettiana da lui definito il diamante nero della letteratura inglese, riferendosi alla tragicità della sua vita conclusasi prematuramente a soli ventinove anni a seguito di una rissa scoppiata in una taverna di Londra;  quattro sonetti dell’arduo poeta G. M. Hopkins, il poema Evelyn Hope di Robert Browning, la vita di Cromwell dello storico britannico Charles Firth, il classico della letteratura per l’infanzia Il vento nei salici (The wind in the willows) dello scozzese Kenneth Grahame (la traduzione fu pubblicata postuma), passi scelti del damma in versi Assassinio nella cattedrale (Murder in the Cathedral) di T. S. Eliot e quarantacinque poesie dell’Antologia di Spoon River (Spoon River Anthology) di E. Lee Masters, un testo cult per la sua generazione e quella successiva. 

Nel 1955 comparve sulla rivista Itinerari la sua traduzione della Ballata del vecchio marinaio (The Rime of the Ancient Mariner) del poeta romantico S.T. Coleridge, una delle poche pubblicate in vita. 

La sua passione per il mondo culturale di lingua inglese non trovò espressione solo nella traduzione di testi letterari, ma anche nell’ispirazione che Fenoglio ricavò per le sue opere da ogni forma artistica anglofona: La voce nella tempesta per esempio, è la trasposizione teatrale del romanzo di Emily Brontë Cime tempestose (Wuthering Heights) realizzata dall’autore dopo aver assistito alla proiezione del film diretto da W. Wyler con Laurence Olivier nella parte di Heathcliff. E dalla canzone Somewhere over the rainbow cantata da Judy Garland nel film Il mago di Oz (The Wizard of Oz) del 1939, nacque l’idea per il romanzo Una questione privata (pubblicato postumo nel 1963) che Fenoglio avrebbe voluto intitolare Lontano dietro le nuvole. La melodia echeggia tra le pagine della vicenda ed è intonata dal protagonista, Milton, chiamato come l’autore del poema epico Paradiso perduto (Paradise Lost), il poeta inglese John Milton.

Fenoglio compose anche in inglese: molte delle sue opere sono state concepite e scritte in inglese per poi essere tradotte in italiano, come il romanzo Primavera di bellezza del 1959, una mera traduzione di un originale inglese, come lui stesso ebbe a dire.

Le sue esercitazioni sulla lingua inglese hanno adempiuto a una duplice funzione: hanno avuto un significato letterario e traduttivo e hanno costituito un vero e proprio lavoro esplorativo per appropriarsi di un linguaggio e di uno stile nuovi, partendo da una lingua che non fosse la propria, e per crearne una personale senza trascurare il dialetto piemontese. Fenoglio si servì, quindi, dell’inglese da tramite per la propria scrittura, e se ne servì con quella passione formativa, indagatrice e inventiva molto simile all’accanimento di cui parla Calvino a proposito dell’arte del tradurre:

quell’accanimento necessario per concentrarsi a scavare mesi e mesi sempre dentro quel tunnel (…)

(I. Calvino, lettera-saggio Sul Tradurre apparsa su Paragone nel 1963)

Una passione finalizzata sia alla scoperta di parole capaci di rendere il periodare e il dialogare più concreti come nell’originale, restituendo la chiarezza delle espressioni e delle immagini, sia alla riscoperta dell’autenticità dell’italiano privo delle contaminazioni e delle distorsioni di significato che può generare la retorica della lingua letteraria. 

L’esaltante fatica, come Fenoglio definì l’attività traduttiva, lo vide impegnato fino all’ultimo periodo della sua vita con la versione della poesia Il pifferaio di Hamelin (The Pied Piper of Hamelin) di Robert Browning. 

Nel 2000 è uscito per Einaudi il Quaderno di traduzioni curato da Mark Pietralunga, professore di italiano alla Florida State University.  È una raccolta di poesie tradotte da Fenoglio mai pubblicate, un omaggio alla passione e alla vocazione dello scrittore piemontese per la traduzione, intesa e vissuta non solo come tirocinio linguistico, ma come ricerca degli elementi linguistici e formali nella propria lingua che contribuì alla rinascita del linguaggio letterario.

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