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[vc_row][vc_column][vc_column_text]Vi capita mai di riavvolgere il nastro del tempo come le vecchie musicassette, tornare con la mente ai viaggi fatti, più o meno recenti, e riassaporare particolari momenti vissuti? A me sì. Devo ammettere che spesso mi ritrovo a fissare il vuoto, come in uno stato di trance, e mi godo la proiezione di precisi fermo immagine in cui i miei occhi hanno incontrato meraviglie. Il mio preferito? L’escursione a Ponta Delgada nell’isola di São Miguel dell’arcipelago delle Azzorre. Sembrava di essere dentro un quadro: la rigogliosa vegetazione – non a caso la chiamano “l’isola verde” – faceva da cornice alla magnificenza di un vulcano spento, rimpiazzato da due laghi cristallini che la leggenda narra siano nati dalle lacrime versate da un pastore e da una principessa, destinati a un amore irrealizzabile. Un vero e proprio paradiso.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Ecco che con settembre si palesano tutti i segnali che l’estate sta giungendo al suo termine: l’aria si rinfresca, le vacanze diventano ricordi e il ritmo della vita comincia ad accelerare. Eh sì, ciò significa che è arrivato il tempo in cui i bambini tornano a scuola e noi adulti a lavorare, ma prima di dire addio alle nostre giornate “leggere” con un libro o una rivista sottobraccio, voglio presentarvi una delle figure più illustri e ribelli della letteratura portoghese del XIX secolo: Camilo Castelo Branco. Scommetto che alla fine di questo articolo vi verrà voglia di approfondire questo autore, magari leggendo qualche sua opera.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Giurista e librettista, Angelo Zanardini visse a diretto contatto con la musica del proprio tempo sia come compositore di diversi brani vocali e strumentali, sia come autore di libretti, sia come prolifico curatore di versioni ritmiche in italiano dal francese e dal tedesco. Nato a Venezia nel 1820, frequentò la facoltà di giurisprudenza a Padova, assecondando così la tradizione familiare, e iniziò fin da giovane a coltivare ambizioni artistiche, studiando pianoforte e composizione. Viaggiò molto, in particolare in Francia e in Germania, sviluppando un grande interesse per le diversità culturali e linguistiche e per le letterature di questi paesi. Dal 1848 ricoprì diverse cariche politiche e amministrative, svolse la professione di avvocato a Treviso e a Milano e fu consigliere di prefettura in diverse città italiane.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Chi è che prima di partire per le sognate vacanze estive o per una meritata giornata al mare non decide di portare con sé un bel libro come fedele compagno di viaggio?  Oppure mi chiedo, chi è che non vorrebbe farsi trasportare da una lettura da sogno che, anche solo per un’oretta, ti offre la possibilità di viaggiare, scoprire luoghi sconosciuti e sognare di poter raggiungere, magari un giorno non troppo lontano, tali mete?  Ecco lo ammetto, io sono una delle sicuramente tante persone che amano leggere d’estate – forse perché riusciamo a ritagliarci un pizzico di tempo in più per noi e le nostre passioni – ma anche farsi trasportare dalle pagine di grandi e piccoli autori verso luoghi più o meno lontani. Quindi se anche a voi piace prendere ispirazione dalla letteratura di viaggio (e non solo) per esplorare e perlustrare nuovi paesi, vi propongo qualche opera che non può mancare nella vostra libreria.

[vc_row][vc_column][vc_column_text] Chi si ferma è perduto, e infatti La bottega dei traduttori, in eterno fermento, l’ 8 e 9 giugno ha partecipato, per la prima volta, alla IV edizione di Barchette di carta, la Festa del Libro itinerante presso il Chiostro degli Agostiniani a Bracciano. Il tema di tale evento è stato “Parole non dette. Io e l’Altro, incontriamoci tra le pagine” per esortare i presenti a riflettere sull’importanza del dialogo e la comprensione.    Quattro socie, Flavia, Francesca, Lorena e Selenia, si sono offerte per orgogliosamente rappresentare La bottega con i suoi mille progetti e iniziative, come il kit La bottega dei traduttori per l’ambiente, grazie al quale sono stati piantati ben 1350 in tutto il mondo con TreeNation, e la neonata raccolta di racconti Prospettive: racconti ai confini della traduzione, pubblicata a seguito del laboratorio di scrittura creativa e acquistabile a questo link. A loro la parola per descrivere la loro personale esperienza in fiera.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]L’estate è ormai alle porte, le alte temperature fanno già capolino e la voglia di mare viene di conseguenza. È proprio questo irrefrenabile desiderio di trovare refrigerio tra le acque salmastre che mi spinge a parlarvi di colei che ha scelto il mare come fulcro della sua produzione letteraria, ossia la grande vate portoghese Sophia de Mello Breyner Andresen.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Milena Jesenská è entrata nella storia letteraria per essere stata la destinataria di numerose lettere scritte nel 1920 da uno dei massimi esponenti della letteratura del XX secolo, lo scrittore boemo di lingua tedesca Franz Kafka. Le lettere sono state pubblicate nel 1952 con il titolo Briefe an Milena dal critico Willy Haas che le aveva ricevute direttamente dalla Jesenská a Praga nel 1939, prima che l’esercito nazista entrasse nella città. In Italia le Lettere a Milena sono uscite nel 1954 per Mondadori nella traduzione di Ervino Pocar. Un flusso di oltre cento missive, fra cui cartoline e telegrammi, protrattosi fino al dicembre 1923, prese l’avvio da Merano, dove Kafka trascorse un soggiorno di tre mesi per cura, e rappresenta non solo la testimonianza preziosa di un rapporto d’amore destinato a restare epistolare, ma è una sorta di autoconfessione intima dell’autore, lo svelamento del suo tormentato mondo interiore alla silenziosa interlocutrice, le cui lettere originali non sono mai state ritrovate. 

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Nel corso delle edizioni di "Una Rete di Incontri," abbiamo esplorato diversi argomenti. Lo scopo è sempre stato quello di chiacchierare per condividere idee e punti di vista con persone che vivono una solitudine professionale simile alla nostra. Un grande cruccio, emerso più volte nei vari incontri, è stato il portfolio. Lontane dall’idea di poter distillare pillole salvavita di conoscenza, abbiamo deciso di affrontare l’argomento in modo collaborativo. Per noi, in primis, è stato difficile capire quale fosse la miglior struttura di presentazione, e ci siamo dette che avremmo potuto costruire delle linee guida grazie alla forza della rete che ci sostiene partecipando a questi eventi di networking online. Ci siamo quindi armate del nostro sorriso e del nostro caro amico Canva per immaginare insieme la concezione di un portfolio.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Se potessimo riassumere con una parola l’esperienza al Salone del Libro 2024 con La bottega dei traduttori, useremmo SPETTACOLARE! Il Salone Internazionale del Libro di Torino è un evento sognato da tutti coloro che lavorano nel mondo dei libri. Partecipare significa immergersi in un formicaio instancabile di incontri e scoperte che richiedono giorni per essere assimilate. Anche quest’anno, La bottega dei traduttori ha partecipato al Salone con il proprio stand al padiglione 2, H145, tra le socie volontarie c’eravamo anche noi: Maddalena, Mariangela e Sarah. 

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Ebba Gustava Augusta Atterbom (1868 Gryt nella contea di Södermanland – 1961 Göteborg) è stata una traduttrice svedese.  Seconda figlia di Ernst Atterbom, ufficiale dell’esercito, ingegnere e figlio del poeta romantico Per Daniel Amadeus Atterbom membro dell’Accademia Svedese, e di Augusta Tigerschiöld, Ebba aveva ereditato il talento letterario dal famoso nonno. Nel 1879 la famiglia si trasferì a Göteborg, dove Ebba frequentò insieme alle sorelle la nuova scuola elementare femminile Nya Elementarläroverket för flickor. Vari furono i suoi spostamenti e dal 1907 visse a Kungälv nella Svezia sud-occidentale, mantenendosi sempre in contatto con gli ambienti culturali di Göteborg.   La frequentazione della famiglia Salomon le permise di stringere un’amicizia duratura e una relazione artistica con la figlia Sophie, coniugata Elkan, futura autrice di romanzi e di novelle, di cui Ebba correggeva personalmente i manoscritti, e tramite lei di fare la conoscenza di Selma Lagerlöf, scrittrice per l’infanzia e prima donna della storia a ricevere il Nobel per la letteratura nel 1909.