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Settembre porta sempre un’aria di ritorno: ai banchi di scuola, ai treni pieni di pendolari, alle strade che aspettano la pioggia, alle giornate che si accorciano.  In questa stagione di confine, avverto un pizzico di melanconia mista a euforia che magicamente mi porta a riprendere vecchie letture e riscoprire personaggi dalle mille voci... Il mio pensiero va alla protagonista di Não é meia noite quem quer (Non è mezzanotte chi vuole, Feltrinelli editore, 2018) di António Lobo Antunes. Lei è una donna di mezza età che decide di passare tre giorni del non troppo lontano agosto 2011, nella vecchia casa di famiglia al mare, con l’intento di salutare il luogo in cui ha trascorso l’infanzia. Vagando tra le stanze vuote, scivola avanti e indietro tra presente e passato, rievocando amicizie perdute, tragedie familiari, segreti che un tempo per i suoi occhi bambini erano incomprensibili. Pensa al presente...al matrimonio ormai spento, al lavoro grigio e frustrante di professoressa, alla drammatica perdita dell’unico figlio. E poi c’è il promontorio da cui il fratello si è gettato anni prima, dove oggi il rumore delle onde le sembra un richiamo irresistibile. António Lobo Antunes trasforma la storia di una vita segnata dal dolore, attraverso il viaggio di una donna che, ormai senza speranza, sceglie di dire addio a tutto, in un romanzo potente, dall’indole apparentemente autodistruttivo. Per chi vorrà leggerlo resterà impressionato dallo stile tipicamente antuniano: no punteggiatura convenzionale, no sequenze lineari, sì a frasi che si accavallano, si aprono e restano sospese. 

Cari traduttori e traduttrici, settembre non è solo sinonimo di rientro al lavoro e di un’infinità di e-mail arretrate, è anche il mese perfetto per riscoprire una nuova anima creativa, ridefinire gli obiettivi ed evitare di procrastinare. Che siate immersi in glossari megagalattici o alle prese con traduzioni senza particolari difficoltà, le stelle hanno qualcosa da dirvi. Preparatevi… è tornato l’oroscopo de La bottega dei traduttori!

Sentivamo davvero il bisogno di una rubrica a tema romance? Non so voi, ma io sì. E non tanto per stare qui a ripetere per l'ennesima volta che il romanzo rosa va rispettato, che è uno dei generi più venduti degli ultimi anni (guarda caso stanno aumentando le case editrici che pubblicano storie d'amore) e bla bla bla... ma perché le cose vanno dette fuori dai denti e, vi avverto, se cercate una rubrica seria e autorevole avete sbagliato indirizzo. Vi svelo un segreto: anch'io ho criticato i romanzi rosa, quando non li leggevo. Perché a pensarci bene succede sempre così, la maggior parte delle critiche provengono da chi certi libri manco li legge, oppure da chi semplifica la questione all'estremo e "letto uno, letti tutti".

[vc_row][vc_column][vc_column_text]In un precedente episodio di questa rubrica abbiamo visto insieme come la lingua giapponese abbia un vasto repertorio di proverbi e detti popolari, a cominciare dai kotowaza. Una seconda categoria ancora più caratteristica (e difficile da tradurre) è quella delle cosiddette espressioni a quattro caratteri, 四字熟語, dette yojijukugo in giapponese. I caratteri di cui parliamo sono i kanji, o sinogrammi, parole monosillabiche di origine cinese, adottate come base della scrittura giapponese a partire dal I secolo d.C. Le yojijukugo sono dunque espressioni che in quattro caratteri, ognuno dei quali corrisponde a una parola, esprimono una massima o una perla di saggezza popolare, ma anche immagini o concetti astratti. Sono anche uno dei soggetti preferiti per le opere di calligrafia tradizionale.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Tra riletture e consegne, anche l’estate ha qualcosa da raccontare e parla a chiare lettere: luglio porta chiarezza e risveglia nuove domande mentre agosto invita a fare spazio - non solo in agenda - e ad ascoltare ciò che si muove dentro di noi. Non serve sempre "fare di più", anche perché l’estate è anche un momento di svago ed evasione, oltre che, si sa, il troppo stroppia. Bisogna cominciare a preparare il cambiamento che inizi da un dettaglio, una parola o da un silenzio ben scelto. Ecco cosa suggeriscono le stelle a chi vive (e lavora) tra le lingue.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]231.000 persone, ospiti da tutto il mondo, 1225 case editrici, oltre 2.000 eventi al Lingotto Fiere di Torino (e altri 500 disseminati sul territorio cittadino), avremmo mai potuto mancare? Ѐ il terzo anno consecutivo che La bottega dei traduttori posiziona il suo piccolo stand al Salone Internazionale del Libro di Torino, ergendosi a testa alta tra i giganti dell’editoria per lanciare la sua rete di salvataggio per traduttori e traduttrici con o senza esperienza, più o meno dispersə tra le acque impervie del panorama editoriale italiano.

Una rete fatta di collaborazioni, opportunità, laboratori e sostegno reciproco

La bottega dei traduttori è una realtà sempre in fermento e il Salottino dello stand ne è testimone. Le attività presentate quest’anno sono state molteplici, dai corsi in partenza alle pubblicazioni di traduzioni e racconti di varie tematiche, fino alle collaborazioni con le case editrici (ABEditore, AltreVoci Edizioni, Il Gatto Verde Edizioni, CSA Editrice), che rappresentano da sempre un’opportunità importante per ə socə di mettersi alla prova come professionistə.
L’esperienza al Salone del Libro di Torino quest’anno è stata una grande opportunità per approfondire il vasto panorama editoriale italiano, di cui noi traduttori siamo costantemente curiosi e vogliosi di saperne di più! Il ritmo frenetico delle persone in giro per gli stand, il brusio di sottofondo, le pagine sfogliate, le domande, le presentazioni e la voglia di conoscerci hanno costituito la parte centrale della fiera, con particolare enfasi sulla bellezza di guardarci finalmente negli occhi e scambiare quattro chiacchiere in modo diretto e informale. Un’occasione irrinunciabile per La Bottega dei Traduttori, che si è confermata scrigno di tesori inestimabili quali scambio di battute, aiuto reciproco tra colleghe e colleghi linguisti e…tanti sorrisi! - Flavia Piepoli

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Nakamura Masanao (中村 正直), noto anche con lo pseudonimo Nakamura Keiu (中村 敬宇), è stato un pedagogo e traduttore giapponese, una delle menti più illuminate dell’era Meiji (1868-1912), durante cui ebbe fine il feudalesimo isolazionista durato oltre due secoli e si aprirono le porte a un radicale processo di modernizzazione politica, sociale, economica e tecnologica.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Giugno è un mese di transizione, dove le parole si intrecciano con le emozioni e i significati si moltiplicano. Le costellazioni si allineano non solo sui cieli, ma anche tra le righe: ogni astro suggerisce un nuovo ritmo, una diversa sintassi. Con Giove che entra in Cancro il 9 giugno, l’energia si sposta verso la casa, le radici e le emozioni profonde. Un periodo ideale per i traduttori e le traduttrici per esplorare testi che parlano dritti al cuore e per riscoprire la bellezza delle lingue che traducono.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Tra danze scatenate, cieli costellati di bandierine e lanterne colorate, a giugno in Brasile si aprono le festas juninas. Non sono solo una celebrazione folcloristica, ma un vero e proprio palcoscenico dove i racconti popolari si riversano nelle piazze al ritmo cadenzato della quadrilha tra il crepitio dei falò, il suono della sanfona e la voce dei narratori. È il mese in cui l’oralità si fa poesia e la poesia scende in piazza. Gli storici sottolineano che le origini della Festa Junina sono direttamente collegate alle feste pagane europee e asiatiche che si tenevano per il solstizio d'estate, quando la primavera diventava estate, per allontanare gli spiriti maligni e le pestilenze che avrebbero influenzato il raccolto. Tali celebrazioni iniziarono a cristianizzarsi dal momento in cui si consolidò il Cristianesimo nel continente e, per facilitare la conversione, le feste furono inserite nel calendario cattolico. Vennero difatti istituite le commemorazioni di importanti figure del cattolicesimo, proprio nel momento del passaggio all'estate, tra cui Sant'Antonio (il 13 giugno), San Giovanni (il 24) e San Pietro (il 29).

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Le giornate si allungano, i fiori sbocciano e gli astri si rimboccano le maniche o magari approfittano dei primi caldi per dare spazio a nuove brillanti idee. Che tu sia un Ariete scattante o un Pesci sognante, le stelle hanno preparato per te un’agenda piena di spunti, energia e, perché no, qualche sfida. Pronti a scoprire cosa vi riserva il cielo?