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Settembre 2025

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Apro la finestra, la luce si declina e la pioggia si propone come compagna per i prossimi giorni. Sembra che questa atmosfera sia arrivata di proposito per obbligarci a prendere una pausa, magari per leggere o rileggere, ricordare.  Passo le dita sugli scaffali polverosi della libreria e incontro la poesia di Manuel Bandeira. La sua voce cruda, segnata dalla malattia e dalla consapevolezza della morte, ha saputo sfruttare la fragilità umana per creare un canto di tenerezza e dalla malinconia ha plasmato una forma di bellezza.

Ottobre non è un mese da prendere sottogamba. È un po’ come aprire un file allegato che porta con sé tutto il mistero del non sapere che tipo di testo da tradurre ci troverai dentro. Arrivano in soccorso le stelle per aiutare a gestire scadenze, clienti imprevedibili e revisioni infinite. Ogni segno avrà i suoi tool speciali per affrontare la giungla della traduzione. Ottobre ci insegnerà a trasformare il caos in ritmo e a ricordarci perché amiamo così tanto giocare con le parole.

Nel mondo antico la funzione del traduttore, o meglio dell’interprete, era finalizzata alla comprensione tra interlocutori. Ancora oggi nel pensiero comune si intende per traduttore una persona che conosce più lingue e si comporta come un vocabolario vivente, ad uso e consumo di chi ne ha bisogno. Addirittura si è sentita la necessità di specificare la mansione affiancando al termine “traduzione” la parola "localizzazione", come se l’atto di tradurre in sé non passasse necessariamente da una trasposizione culturale. Ma lasciamo per la fine dell’articolo le considerazioni odierne, e osserviamo come invece si siano evolute nel corso della storia occidentale, accompagnando i cambiamenti sociali e culturali dei popoli.