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L’amore è una cosa seria

Sentivamo davvero il bisogno di una rubrica a tema romance? Non so voi, ma io sì. E non tanto per stare qui a ripetere per l’ennesima volta che il romanzo rosa va rispettato, che è uno dei generi più venduti degli ultimi anni (guarda caso stanno aumentando le case editrici che pubblicano storie d’amore) e bla bla bla… ma perché le cose vanno dette fuori dai denti e, vi avverto, se cercate una rubrica seria e autorevole avete sbagliato indirizzo.

Vi svelo un segreto: anch’io ho criticato i romanzi rosa, quando non li leggevo. Perché a pensarci bene succede sempre così, la maggior parte delle critiche provengono da chi certi libri manco li legge, oppure da chi semplifica la questione all’estremo e “letto uno, letti tutti“.

Facciamo allora degli esempi per smascherare questo doppio standard che colpisce la narrativa rosa. Voi direste mai di un romanzo giallo “Eh, ma tanto alla fine l’assassino lo trovano ogni volta!

Oppure di un horror “Lo leggerei, se solo non facesse paura“, o di un fantasy “Ancora con questi draghi?” A voi la risposta. Personalmente, non mi è mai capitato di sentire obiezioni del genere.

In tutta sincerità, penso che dovremmo temere meno le emozioni e lasciarci trasportare dalle storie che ci rendono felici. Per scrivere un buon romanzo rosa servono capacità che non sono scontate, non è facile trasportare il lettore attraverso i sentimenti, la psiche, l’attrazione.

I romanzi rosa non parlano del principe che conquista la principessa, parlano di rapporti tossici, di emancipazione femminile, di sessualità, di violenza, di rapporti familiari… Sono nati per parlare delle donne e continuano a evolversi nel tempo attraverso i cambiamenti della società. Se poi in tutto questo ci scappano un paio di addominali scolpiti, chi sono io per rifiutare?

Leggere romance vi rende effeminati? Frivoli? Magari! Indica invece una sensibilità e un’apertura a esplorare dei temi ancora troppo tabù.

Per non parlare poi della traduzione: sfido chiunque a trasferire le emozioni da una lingua all’altra, a rendere le battute e i doppi sensi della commedia romantica, i fraintendimenti dei chick-lit e gli stramaledetti nomi parlanti dei romantasy. E le scene di sesso? Quelle meritano un articolo a parte.

Perciò, cari lettori, parafrasando Pennac che di sicuro ne sa un pelo più di me: se una cosa non vi piace non leggetela, ma non frantumate gli zebedei a chi la scrive e a chi la apprezza. 

L’amore – in ogni sua forma – è la forza trainante del mondo, può rappresentare davvero un’ancora di salvezza e se un romanzo rosa può fare la differenza per qualcuno, tanto di cappello.

Non è un gioco; l’amore è una cosa seria.

Paola Di Maina

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